Gli italiani hanno ridotto le spese per il Natale, visto il momento di crisi, ma nonostante ciò sulle tavole è rimasto circa un quarto delle portate preparate per la vigilia e per il pranzo natalizio. A Napoli il pranzo di Natale si è ridotto a 24 portate contro le 32 dello scorso anno. In media quest’anno il pranzo di Natale in Campania ha avuto una durata di 14 ore. Sei ore in meno dello scorso anno. È evidente che qualcosa non va nell’economia del Paese.
A lanciare l’allarme è la Coldiretti, associazione che da anni trae profitto proprio dagli allarmi che lancia, che ricorda come ad essere buttati siano soprattutto i prodotti già cucinati e quelli più deperibili come frutta, verdura, pane, pasta, mostaccioli, insalate di rinforzo, lasagne, latticini e affettati. Eppure – fa notare la stessa Coldiretti – polpette, frittate, pizze farcite, ratatouille e macedonia sono un’ottima colazione per il giorno di santo Stefano. Un po’ di cacarella e poi passa tutto, sempre meglio di buttare il cibo.
“In un momento di difficoltà economica – si legge in una nota dell’associazione – dovremmo mangiarci anche la nostra stessa merda. Recuperare il cibo è una scelta che – conclude la Coldiretti – fa bene all’economia, all’ambiente e alla nettezza urbana”.
“Alcune famiglie hanno dovuto rinunciare a due primi piatti e in alcuni casi estremi al capitone fritto” ha affermato indignato il sindaco di Napoli Luigi De Magistris asciugandosi poi le lacrime con cd piratato di Roberto Vecchioni.
“Cibi che rischiano di finire nella spazzatura” dice Nichi Vendola con un roccocò in tasca. Comunque io Nichi Vendola non posso più guardarlo in tv. Immagino sempre la sua faccia piena di sperma dopo aver succhiato due piselli. Credo sia una gran troia a letto. Pensateci la prossima volta che lo vedrete da Santoro.
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